cosa sono i disturbi alimentari - centro clinico piemonte

COSA SONO I DISTURBI ALIMENTARI

11 Dicembre 2022


Definizione e diffusione dei disturbi del comportamento alimentare

La quotidianità delle persone che soffrono di disturbi del comportamento alimentare (DCA) è scandita dalla paura di ingrassare e da pensieri riguardanti il cibo. Esserne affetti comporta spesso delle limitazioni alla vita sociale e lavorativa: attività ritenute prima innocue e di svago cominciano a diventare sempre più impegnative, motivo di ansia e di disagio; diventa difficile andare a cena fuori con gli amici o partecipare a feste di compleanno o matrimoni, ma anche impegni che non coinvolgono direttamente l’alimentazione come la scuola o il lavoro possono mettere a dura prova a causa dei ricorrenti pensieri sul peso e sul cibo.

Questa categoria di patologie è tra le più diffuse e preoccupanti del globo, in particolare dell’emisfero occidentale: la democratizzazione di questi disturbi nel corso degli anni ha portato sempre più persone a soffrirne, estendendoli a tutte le fasce anagrafiche e socio-demografiche e portando allo sviluppo di forme sempre più gravi e diversificate, fino ad includere nella classificazione nuovi tipi di problematiche alimentari. Anche nel nostro Paese l’aumento dei casi di malnutrizione per difetto (anoressia nervosa e bulimia nervosa) o per eccesso (obesità e binge eating disorder) è stato esponenziale, si stima infatti che ne siano affette circa tre milioni di persone, con dati ancora in crescita del 30% a seguito del periodo pandemico

Sintomi e segni ricorrenti

I DCA possono essere riconosciutI grazie a sintomi e segni ricorrenti, tra i quali è importante citare:

  • immagine corporea negativa;
  • fluttuazioni di peso o rapido dimagrimento;
  • ossessione riguardo alla dieta;
  • intensa paura dell’aumento del peso;
  • forte senso critico e di autosvalutazione riguardo al proprio peso o forma;
  • esercizio compulsivo (a volte anche se infortunati);
  • vestiti larghi o a strati;
  • evitamento di posti o situazioni sociali dove è presente il cibo;
  • disagio nel mangiare con altre persone;
  • compensazione con vomito, lassativi, diuretici o soppressori della fame;
  • eccessiva attenzione alle calorie e restrizione verso i propri cibi preferiti;
  • frequenti giustificazioni per saltare i pasti;
  • sbalzi di umore;
  • abbuffate regolari;

Quali sono i disturbi dell’alimentazione

  1. I disturbi dell’alimentazione, classificati dalla comunità scientifica nel DSM (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders), si suddividono in:
  • Anoressia nervosa: condizione patologica contraddistinta dall’intensa paura di prendere peso, combattuta con eccessive restrizioni alimentari, pratiche compensatorie come il vomito autoindotto e un’attività fisica intensa. Questo disturbo può diventare estremamente pericoloso per la salute fisica se non trattato tempestivamente, poiché un indice di massa corporea (BMI) particolarmente basso può comportare manifestazioni somatiche come squilibri elettrolitici, disidratazione, gravi alterazioni del microbioma intestinale, amenorrea o ipogonadismo e scarsa densità minerale ossea, dalla quale possono insorgere a loro volta infortuni, lesioni muscolo-scheletriche e, a lungo andare, osteoporosi.
  • Bulimia nervosa: comportamento alimentare disadattivo caratterizzato da un’eccessiva importanza attribuita al proprio peso e forma corporea, in cui vengono messe in atto abbuffate (“binging”, ingestione di quantità di cibo spropositate per un discreto periodo di tempo) alternate a comportamenti compensatori (“purging”, esercizio fisico eccessivo, assunzione di lassativi o diuretici, autoinduzione al vomito, digiuni). Questa condizione, a volte associata anche a comportamenti autolesionistici, può diventare un ostacolo al regolare svolgimento delle attività quotidiane (come la scuola e il lavoro) a causa dell’importante quantità di tempo assorbito da queste partiche.
  • Disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo (Avoidant/Restrictive food intake disorder o ARFID): si definiscono tali i casi in cui la restrizione alimentare non è accompagnata dalla paura di ingrassare. Questo disturbo può insorgere tanto in età infantile quanto adulta e si differenzia dai precedenti per l’assenza di problemi nel rapporto con il proprio fisico, peso e forma, sostituita dalla paura che un determinato cibo (ad esempio alimenti di un preciso colore o consistenza) possa causare problemi alla propria salute.
  •  Alimentazione incontrollata (binge eating o BED): disturbo dell’alimentazione in cui a frequenti abbuffate (almeno una volta a settimana per almeno tre mesi) non vengono fatti seguire comportamenti compensatori, che causano all’individuo un forte disagio e talvolta il rischio di sviluppare anche le complicanze dell’obesità come malattie cardiovascolari o diabete. In questa categoria vengono anche annoverate: iperfagia, bramosie selettive (dolci, cioccolata, ecc.), piluccamento (grazing), mangiare per placare le emozioni (emotional eating), rapporto tossicomane con il cibo (food addiction).
  • Ruminazione (mericismo): è l’abitudine ripetuta nel tempo (di solito per almeno un mese) di masticare il cibo, deglutirlo, rigurgitarlo in bocca, masticarlo e deglutirlo di nuovo, più volte. Mentre durante l’infanzia questo comportamento può non comportare obbligatoriamente significati patologici, in altri casi può spesso essere associato ad anoressia o bulimia nervosa o talvolta a sintomi psicotici. 
  • Pica: indica l’ingestione abituale, per un mese almeno, di sostanze non commestibili, come ad esempio terra (geofagia), carta (xilofagia), feci (coprofagia);
  • Altri disturbi specificati della nutrizione o dell’alimentazione: sono considerati tali quei disturbi del comportamento alimentare che possono essere definiti ma che, a causa del mancato soddisfacimento di uno o più criteri diagnostici, non possono essere ascritti nelle categorie principali sopra elencate. Gli esempi più comuni sono: Disturbo di condotte di eliminazione (purging disorder), pratiche compensatorie (vomito auto-indotto, abuso di lassativi, ecc.) in assenza di abbuffate ed anche dopo aver ingerito piccole quantità di cibo; Masticare e sputare (chewing and spitting), si assapora il gusto del cibo ma senza ingerirlo; Sindrome da alimentazione notturna (night eating syndrome), abitudine di mangiare nelle ore serali o notturne, in seguito al normale pasto; Ortoressia nervosa (orthorexia nervosa), ricerca ossessiva di nutrirsi con cibi sani o presunti tali per se stessi o per i propri figli (ortoressia nervosa per procura); Vigoressia (o bigoressia), forma di dismorfismo corporeo caratterizzata dall’ossessione continua per il tono muscolare, la massa magra e una dieta ipocalorica e iperproteica, spesso associati ad uso o abuso di integratori alimentari e steroidi anabolizzanti e a pratiche di allenamento particolarmente intensive; Disturbi dell’alimentazione post-chirurgia bariatrica (post-bariatric eating disorders), alimentazione incontrollata a seguito di interventi di chirurgia per la riduzione del peso; Drunkorexia, assunzione di elevate quantità di alcol a digiuno, saltando alcuni pasti o inducendosi il vomito per equilibrare l’eccesso di calorie assunte; Carboressia, disturbo poco conosciuto, molto sottovalutato e ormai abbastanza frequente, che consiste nell’eliminare in parte o completamente i carboidrati dalla propria alimentazione perché considerati troppo calorici.
  • disturbi non specificati della nutrizione o dell’alimentazione (EDNOS): comprendono quei quadri clinici simili ad anoressia, bulimia o binge eating, nei quali non vengono soddisfatti uno o più criteri necessari per la diagnosi; a volte anche per insufficienza di dati. Sono anche dette Sindromi parziali o Disturbi sotto soglia.

Comorbilità e prevalenza

  1. Spesso il disturbo alimentare è associato anche ad atti autolesionistici o ad altre patologie come la depressione, i disturbi d’ansia, l’abuso di alcool o di sostanze, il disturbo ossessivo-compulsivo e i disturbi di personalità. Purtroppo solo una minima parte di questa popolazione si rivolge a Centri specialistici per farsi aiutare e spesso questo avviene quando il disturbo è già in stadio avanzato ed ha debilitato fortemente il corpo. 

I DCA hanno avuto storicamente una prevalenza superiore di 9 volte nelle donne rispetto agli uomini, tanto da venire considerate patologie tipicamente femminili; ultimamente però si è riscontrato un aumento significativo di questi disturbi nella popolazione maschile, soprattutto in età pre-adolescenziale e adolescenziale, con lo sviluppo di nuovi disturbi tipici di questo sesso (bigoressia o reverse anorexia), in quest’ottica è ancora più importante un’opera di informazione e sensibilizzazione in modo che le famiglie possano riconoscere più facilmente i sintomi e i comportamenti a rischio associati a questi disturbi e che anche i ragazzi possano parlarne liberamente senza temere lo stigma sociale. L’età di esordio di queste patologie si è abbassata in modo preoccupante nel corso degli ultimi anni facendo sorgere la necessità di un trattamento specifico per i disturbi dell’età evolutiva e dell’adolescenza, differenziato e affrontato tramite un approccio medico multidisciplinare.

Contattaci per parla con un professionista

Sempre a disposizione per il raggiungimento del vostro benessere

Condividi
Condividi