Ragazza con panino bulimia

Bulimia nervosa nell’adolescenza

5 Dicembre 2022

La bulimia è caratterizzata da una forte preoccupazione per la magrezza. Questa si traduce in abbuffate seguite da condotte volte ad eliminare il cibo assunto per prevenire che si possa aumentare di peso: parliamo di vomito autoindotto, utilizzo di lassativi e diuretici, ed eccessiva attività fisica.

Chi soffre di bulimia ha un’autostima fortemente influenzata dalla forma fisica e dal peso corporeo.

Frequenza delle bulimia nervosa in adolescenza

Esistono diversi livelli di gravità della bulimia nervosa nell’adolescenza che si riferiscono alla
frequenza con cui si manifestano le condotte compensatorie:

  • Estrema: 14 o più episodi a settimana
  • Grave: 8-13 episodi a settimana
  • Moderata: 4-7 episodi a settimana
  • Lieve: 1-3 episodi a settimana

Coloro che soffrono di bulimia sono nei limiti di peso normale o di sovrappeso. I comportamenti
compensatori possono condurre a conseguenze serie per la salute, nelle donne è frequente
l’irregolarità nel ciclo mestruale o l’amenorrea.

Esordio della bulimia nervosa

La bulimia nervosa esordisce durante l’adolescenza o nella prima età adulta.

Oggi l’età d’esordio si sta progressivamente abbassando. Le abbuffate cominciano generalmente dopo o durante un periodo di restrizioni dovute a una dieta.

A volte una serie di eventi che causano forte stress possono portare al verificarsi del sintomo.

Fattori di rischio per lo sviluppo della bulimia nervosa nell’adolescenza

Secondo gli studi autorevoli e la nostra esperienza, questi sono i fattori di rischio ai quali bisogna prestare particolare attenzione:

• Fattori temperamentali: preoccupazioni per il peso, sintomi depressivi, disturbo d’ansia sociale,
bassa autostima, disturbo iperansioso nell’infanzia
• Fattori ambientali: ideale di un corpo magro, abusi fisici/ sessuali subiti durante l’infanzia
• Fattori genetici o fisiologici: vulnerabilità genetica, obesità infantile, precoce maturazione
puberale

La sofferenza bulimica è meno evidente che in altri disturbi

La sofferenza dovuta alla bulimia è poco evidente perché spesso non è presente una marcata
perdita di peso come ad esempio nell’anoressia.

Inoltre la bulimia è relativamente nuova all’interno dei disturbi del comportamento alimentare, dal momento che è stata considerata come tale solamente a inizio anni ’80.

Possibili cause

Non esiste una causa unitaria che possa spiegare l’eziopatogenesi dei disturbi del comportamento
alimentare. Tra le più conosciute ci sono:

  • Un senso personale di inefficacia
  • Difficoltà nella separazione e relazione con il genitore
  • Intensa paura di diventare sia a livello fisico che affettivo degli adulti
  • Volontà a ricreare un modello perfetto

Gli eventi esterni che potrebbero essere la causa dell’insorgenza di un disturbo del comportamento alimentare sono:

  • Separazioni
  • Perdite
  • Cambiamenti all’interno del contesto familiare
  • Esami
  • Malattie fisiche

I sintomi causati da un disturbo alimentare esprimono una sofferenza interiore che non trova altri
canali di comunicazione. Questa tendenza ad autodistruggere il proprio corpo esprime una forte
necessità di comprensione.

Coloro che vivono gli impulsi bulimici vivono un profondo senso di vuoto interno, quest’ultimo viene
colmato dalle ingenti quantità di cibo.

La sensazione di pienezza generata dall’abbuffata è volta a prendersi più amore possibile. Ogni
boccone è una richiesta di aiuto.

Successivamente ci si rende conto di aver riempito il corpo e non altro, così il cibo ingerito diventa intollerabile.

Sembra che nelle ragazze l’ingestione del cibo rappresenti la difficoltà a separarsi dalla madre. In questo caso il cibo rappresenta il desiderio di fusione quasi simbiotica con la madre, mentre il rigetto è un tentativo di separazione. La volontà di mantenere un certo controllo sul cibo serve a controllare la propria identità, della quale si è al contempo alla ricerca ma che si percepisce come difficilmente integrabile.

Il percorso di cura

L’obiettivo della terapia è di trovare i motivi e le cause che hanno provocato i sintomi del disturbo
alimentare. La possibilità di avere un’equipe di psicologi, dottori, nutrizionisti ed educatori
alimentari a disposizione può essere molto incoraggiante.

I colloqui sono volti ad avvicinare l’adolescente al proprio mondo interiore all’interno di un contesto
dove c’è comprensione.

E’ importante che l’adolescente ritrovi un contatto con le proprie emozioni, a volte anche con l’aiuto
di sedute di gruppo con altre persone che vivono la stessa sofferenza.

Coinvolgimento della famiglia

E’ fondamentale la collaborazione con la famiglia, la quale vive anch’essa un forte disagio. Altro
punto importante sono i genitori che spesso vivono sentimenti di impotenza e frustrazione nel non
poter essere d’aiuto nel processo autodistruttivo di un figlio o di una figlia.

Può essere estremamente benefico e rassicurante per i genitori poter partecipare a dei gruppi
dove vi siano altri genitori che stanno affrontando la stessa problematica.

Può rivelarsi un momento per manifestare il proprio disagio, le propria difficoltà e per riuscire a trovare delle tecniche comunicative più efficaci.

Se avete bisogno di maggiori informazioni e di sostegno, prendete contatto con noi.

Giulia Bordon

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