Sicurezza o rischio?

5 Giugno 2025

Negli ultimi decenni, numerosi esperimenti scientifici hanno evidenziato quanto la paura, conseguenza delle dinamiche situazionali tipiche dell’incertezza, sia sgradevolmente tollerabile da molte persone, con conseguenze anche gravi in soggetti predisposti a sviluppare vari inconvenienti psicologici. Il concetto chiaramente riconducibile alla difficoltà umana nel tollerare incerte situazioni, comunque imprevedibili, con il plausibile risultato di favorire fenomeni di stress, stati d’ansia. Persone con bassa tolleranza agli stati di incertezza hanno la tendenza a continue preoccupazioni, assumendo comportamenti tipicamente evitanti delle dinamiche sociali che si presentano con evidenze di ambiguità. Effetti che si manifestano attraverso eccessivo stress, ansia continua. La persona si può ritrovare a considerare ambigue anche situazioni semplicemente imprevedibili. Una tendenza che porta a interpretare diverse situazioni di vita, estremizzando l’ambiguità, fino a considerare tutto una minaccia, influenzando la vita anche nel quotidiano, in modalità sgradevole, anche quando le dinamiche di imprevisti possibili, non sono tra le più elevate. In teoria, con risvolti pratici, codeste persone potrebbero ritrovarsi a cercare una riduzione delle situazioni d’incertezza assumendo comportamenti di eccessivo controllo, fissazioni di ricerca, verso continue rassicurazioni, generando inevitabile procrastinazione, con risvolti decisamente intollerabili, per chi vive con loro.

Paura dell'ignoto

Chiaramente la paura dell’ignoto è una naturale e anche utile reazione che stimola a cercare di prevedere, controllare gli eventi che possono crearsi nel futuro. Le radici evolutive di codesta caratteristica, hanno contribuito preservare l’evoluzione umana. Il nostro cervello è strutturato per prevedere per quanto è possibile gli effetti derivanti da rischi con esiti comunque imprevedibili. Minimizzando le situazioni che possono comportare dolore; contemporaneamente è strutturato per massimizzare le opportunità derivanti dalle situazioni non eccessivamente ignote. Predominante è il desiderio di certezze e sicurezze che restituiscono serenità nella stabilità. La risposta è una ricerca di informazioni valide per valutare i rischi e ovviamente progettare azioni con intento preventivo dell’eventuale sofferenza derivante dal non aver preso in considerazione dati avversi all’intento stabilito. Questo per aumentare l’esito positivo alle proprie aspettative e agire, operare comunque scelte in ambienti variegati inusuali.

La paura dell’ignoto è una reazione naturale e utile, poiché ci spinge a prevedere e controllare i futuri eventi. Questa caratteristica ha radici evolutive che hanno sostenuto l’evoluzione umana. Il nostro cervello è progettato per anticipare, per quanto possibile, gli effetti di rischi che restano comunque incerti. Lavora per ridurre situazioni potenzialmente dolorose e, allo stesso tempo, per valorizzare opportunità provenienti da contesti non eccessivamente sconosciuti. Il desiderio di certezza e sicurezza è fondamentale per mantenere la serenità nella stabilità. In risposta, cerchiamo informazioni affidabili per valutare i rischi e pianificare azioni preventive, al fine di evitare sofferenze derivanti dall’ignorare dati sfavorevoli rispetto agli obiettivi prefissati. Ciò aumenta le possibilità di successo delle aspettative personali e ci permette di operare scelte consapevoli in ambienti nuovi e variabili. Le persone con bassa tolleranza all’incertezza tendono a preoccuparsi costantemente, evitando situazioni sociali che appaiono ambigue. Questo può portare a stress e ansia eccessivi. Potrebbero percepire come ambigue anche situazioni semplicemente imprevedibili, interpretando la vita quotidiana come minacciosa. Anche quando le possibilità di imprevisti sono basse, vedono tutto come una minaccia, influenzando negativamente la loro routine. In pratica, queste persone possono cercare di ridurre l’incertezza con comportamenti di controllo eccessivo, fissandosi su continue rassicurazioni e portando a procrastinazione. Questo può diventare insostenibile per chi vive con loro.

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