Dopo le ferie estive, spesso vissute come un momento di pausa rigenerante, il ritorno alla routine può risultare particolarmente faticoso. Questo periodo, che segna la ripresa del lavoro, della scuola e degli impegni quotidiani, è comunemente associato a una sensazione di stanchezza, demotivazione o addirittura ansia. Non a caso, si parla sempre più spesso di “post vacation blues”, una condizione psicofisica che colpisce molte persone nei giorni (o settimane) immediatamente successivi al rientro dalle vacanze.
I sintomi possono essere vari: irritabilità, difficoltà di concentrazione, disturbi del sonno, calo dell’umore, e in alcuni casi una marcata difficoltà a “rientrare nel ruolo” personale o professionale. Questa condizione, sebbene transitoria, può rendere il rientro più faticoso di quanto ci si aspetti.
Ma perché accade tutto questo? Durante le vacanze, i nostri ritmi cambiano. Dormiamo di più, ci muoviamo in modo più libero, dedichiamo tempo a noi stessi e alle nostre relazioni in modo qualitativamente diverso. In questo contesto più rilassato, il nostro corpo e la nostra mente si abituano a una condizione di benessere e ridotta pressione. Tornare bruscamente a un’agenda piena, a responsabilità e scadenze, può generare un vero e proprio senso di disorientamento.
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Per chi durante le vacanze ha avuto modo di riflettere su aspetti della propria vita insoddisfacenti o ha sperimentato per contrasto quanto certe dinamiche quotidiane siano fonti di stress, il ritorno può attivare sentimenti di frustrazione o impotenza. Non è raro che emergano domande esistenziali: “Sto vivendo la vita che voglio?”, “Il mio lavoro mi soddisfa davvero?”, “Come posso trovare un maggiore equilibrio tra doveri e desideri?”
In questo senso, il disagio di settembre può trasformarsi in un’occasione preziosa di ascolto e consapevolezza. Il malessere, se accolto e compreso, può diventare il punto di partenza per un cambiamento, anche piccolo ma significativo, nella propria vita quotidiana.
Spesso, infatti, proprio nei momenti di maggiore vulnerabilità si apre uno spazio interiore in cui riconoscere con più lucidità ciò che conta davvero. Fermarsi a dare un nome a quello che si prova può aiutare a fare scelte più in sintonia con i propri bisogni autentici. Anche solo un gesto diverso, un nuovo ritmo, o una priorità riconsiderata possono rappresentare l’inizio di un cammino verso una vita più consapevole e soddisfacente.

Strategie per un settembre più consapevole
Se è vero che settembre può essere un momento faticoso, è altrettanto vero che esistono strategie per affrontarlo in modo più equilibrato e consapevole.
Una delle prime cose da considerare è il modo in cui si ritorna alla quotidianità. Quando possibile, è utile evitare di rientrare dalle vacanze il giorno prima di riprendere a lavorare. Concedersi un paio di giorni di “transizione” può fare una grande differenza: aiuta a ristabilire gradualmente i ritmi sonno-veglia e offre lo spazio mentale per prepararsi alla ripresa. Tornare con lentezza non è un segno di pigrizia, ma un modo per rispettare il proprio equilibrio psicofisico.
È importante anche accogliere le emozioni che emergono in questo periodo, senza giudicarle. Sentirsi stanchi, svogliati, malinconici o demotivati è del tutto normale. L’errore più comune è colpevolizzarsi per queste sensazioni, come se ci fosse qualcosa di sbagliato nel non riuscire a ripartire con slancio. In realtà, sono segnali da ascoltare con attenzione e gentilezza. Parlare con qualcuno di fiducia, condividere ciò che si prova, può già rappresentare un primo passo verso un maggior benessere. L’accoglienza emotiva, in questi casi, è più utile di qualunque tentativo di “reagire a tutti i costi”.
Un altro aspetto da non trascurare è il tentativo di mantenere, anche nella routine, alcuni piccoli momenti di benessere sperimentati durante la vacanza. La pausa estiva ci ricorda quanto sia importante il tempo per sé stessi: proviamo quindi a conservarne qualche traccia. Un caffè all’aria aperta prima del lavoro, una breve passeggiata nel tardo pomeriggio, un’ora alla settimana dedicata alla lettura o a un hobby personale. Non servono grandi gesti: spesso sono i dettagli a fare la differenza, quelli che aiutano la mente a respirare.
Il rientro, infine, può rappresentare un’occasione per fermarsi e riflettere. Di cosa ho davvero bisogno oggi? Cosa posso cambiare — anche in piccolo — per migliorare la mia qualità di vita? Domande semplici, ma potenti, che possono aprire la strada a scelte più consapevoli, in sintonia con i propri valori e con ciò che si desidera davvero. Spesso, il malessere che emerge nei momenti di transizione non è solo legato alla fine delle vacanze, ma rivela qualcosa di più profondo: un bisogno trascurato, una stanchezza accumulata, un senso di disallineamento tra ciò che viviamo e ciò che vorremmo.
In questi casi, è bene ricordare che prendersi cura della propria salute mentale non è un lusso, ma una necessità. Se il rientro porta alla luce un malessere persistente, o se ci si sente sopraffatti dal peso delle responsabilità quotidiane, rivolgersi a uno psicoterapeuta può fare una grande differenza. Nei nostri studi, accompagniamo le persone proprio in questi momenti delicati, con uno sguardo professionale ma anche profondamente umano, attento ai tempi, alle risorse e alle esigenze di ciascuno. Perché affrontare settembre con consapevolezza non significa non sentire fatica, ma imparare a riconoscerla, accoglierla e trasformarla in occasione di crescita.