L’alimentazione è un comportamento istintivo influenzato da una forte componente mentale, legata a fattori ambientali, sociali e stati emotivi.
Oggi stress e alimentazione si influenzano a vicenda e mettono in luce come l’una incida sull’altra.
L’alimentazione ha un grandissimo potere nella prevenzione e nella salvaguardia della nostra salute sia fisica che mentale.
A volte però l’equilibrio tra cibo ed emozioni si altera e l’impulso a mangiare nasce come risposta ad un’esigenza emotiva.
In queste situazioni la persona mangia anche quando il corpo non ne ha bisogno.
Esiste infatti una fame corporea, che si innesca quando l’organismo ha bisogno di nutrienti e una fame emotiva, che si scatena in presenza di forti emozioni come rabbia, noia, stress, solitudine, tensione, ansia o depressione.
In questi casi il cibo viene utilizzato come mezzo attraverso cui placare le emozioni sgradevoli e ottenere una gratificazione colmando il vuoto emotivo.
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ToggleLa relazione tra alimentazione ed emozioni
Mangiare per ragioni emotive o in correlazione a stati emotivi sono tra le principali cause di una relazione disfunzionale con il cibo, che nei casi più gravi può trasfomarsi in un disturbo del comportamento alimentare.
Infatti, anziché esprimere le emozioni in modo funzionale, spesso si tende a soffocarle attraverso cibi che definiamo confortevoli, i quali nell’immediato portano una sensazione piacevole, di appagamento, ma che poi si trasforma in senso di colpa capace di danneggiare l’autostima e di peggiorare lo stato di salute e qualità di vita della persona.
È importante sapere che tutte le emozioni seguono una curva che si attiva ed esaurisce naturalmente in 90 minuti e vale sia per le emozioni positive che negative.
Andando ad agire con il cibo su questa curva per ristabilire lo stato di benessere, la volta successiva percepiremo emozioni più intense in breve tempo, instaurando un circolo vizioso le cui controindicazioni sono la dipendenza da determinati alimenti e un agire impulsivo alimentato da emozioni intense.
Il desiderio irrefrenabile per una tipologia di alimento è segno di uno squilibrio interiore, i più comuni tipi di alimenti associati alle emozioni sono:
- Dolci: biscotti, torte, caramelle, gelato ecc.. Si tratta della più frequente e diffusa forma di fame emotiva. Ci si può sentire soli e non amati e ciò che manca è la gioia e la dolcezza nella vita, che viene ricercata al cibo. L’eccesso di zuccheri assunti rende ancora più difficile uscire dal circolo vizioso.
- Cibi salati: snack, patatine, pizza, insaccati ecc. In genere quando si assumono cibi salati, introduciamo più acqua e ciò promuove movimento e flusso nel nostro corpo. Quindi il desiderio di cibi salati può simboleggiare che abbiamo bisogno di relax e di muoverci con il flusso della vita.
- Caffeina: ci si può sentire stanchi, deconcentrati, bisognosi di socializzare. Spesso si beve il caffè per spezzare il ritmo lavorativo o di studio e prendersi una pausa o per fare due chiacchiere con un amico. Troppa caffeina però può portare a effetti collaterali come il sentirsi ansiosi, nervosi e a ridurre quindi la nostra naturale capacità di gestire lo stress.
- Cibi croccanti: ci si può sentire arrabbiati, sovraccaricati da una situazione o frustrati. Infatti masticare cibi croccanti può portare a una momentanea sensazione di distensione perché apparentemente crea uno sfogo alla tensione percepita.
Come riconoscere e contrastare la fame emotiva
È importante distinguere le caratteristiche della fame fisiologica e quelle della fame emotiva.
La prima è un bisogno che si instaura gradualmente ed è controllabile, può essere soddisfatta attraverso diversi tipi di alimenti e non provoca sensi di colpa.
Una volta che è stata soddisfatta ci si ferma. Dunque la fame fisiologica è caratterizzata da scelte volontarie e dalla consapevolezza di mangiare per necessità.
La fame emotiva invece è legata ad un impulso improvviso e incontrollabile.
È una tipologia di fame molto specifica perchè si ricercano cibi particolari come dolci, pizza, snack.. e provoca successivamente forti sensi di colpa.
Questa tipologia di fame non cessa anche se il corpo è pieno, è automatica come se si fosse ipnotizzati.
La fame emotiva, inoltre, a differenza di quella fisiologica, svolge una funzione compensatoria che dipende dallo stato d’animo e può essere indipendente dal sapore e dal gusto del cibo oppure esserne fortemente dipendente.
Il desiderio di mangiare che si sente non corrisponde più alla necessità di nutrire il proprio corpo, ma è dipendente da emozioni, sentimenti e pensieri.
Per riuscire a contrastare il circolo vizioso della fame emotiva è fondamentale conoscere e saper identificare le proprie emozioni e dare loro modo di essere espresse.
La strategia migliore resta sempre quella di mantener un’alimentazione equilibrata.
Per eliminare questi circoli viziosi è innanzitutto importante individuarli attraverso delle tecniche di stampo cognitivo-comportamentale che vanno a circoscrivere le situazioni e da queste indagano poi i pensieri e le emozioni che fungono da connessione per i nostri comportamenti agiti.
Il tutto andrebbe accompagnato anche da una psicoeducazione emotiva, cioè “come sento le emozioni nel corpo? Quando le sento?” E da un’osservazione consapevole.
Altre attività come per esempio cantare, ballare, tenere un diario in cui si annotano i propri sentimenti, fare attività creative, condividere ciò che si sente con qualcuno di cui ci fidiamo, sono tutte azioni che possono aiutare il rilascio emozionale.
Anche la nostra relazione con il cibo può diventare un’occasione per esprimere ciò che sentiamo. Ad esempio usare diversi sapori nella preparazione del cibo o scegliere dei cibi colorati per creare piatti artistici attraverso cui esprimere le proprie emozioni.