ragazza con metro a nastro anoressia

I disturbi alimentari: l’anoressia

13 Gennaio 2023

L’anoressia è un disturbo alimentare che porta le persone al rifiuto del cibo per paura di ingrassare. Questa paura costante è causata dalla visione distorta della propria immagine corporea, che viene percepita come eccessivamente grassa. L’anoressia è considerata un disturbo prettamente femminile che coinvolge persone di tutte le fasce di età. Negli ultimi anni però si è osservata una rapida e sempre maggiore diffusione in soggetti con età compresa tra 14 e 20 anni di entrambi i sessi.

I fattori di rischio dell’anoressia

  • Fattori socioculturali, che adottano dei criteri estetici in cui si enfatizza molto spesso l’eccessiva magrezza
  • Disinformazione sui social media
  • Il rapporto con le figure genitoriali
  • L’adolescenza e il confronto con i proprio coetanei
  • Eccessiva attività fisica
  • Distorsione dell’immagine corporea
  • Sottoporsi a continue diete dimagranti
  • Difficoltà nella gestione dell’ansia
Donna anoressica

Segnali dell’anoressia

L’anoressia non compare in un momento specifico della vita. Anzi, i segnali e sintomi si manifestano in maniera lenta e graduale durante un arco temporale variabile. Bisogna rimanere costantemente vigili e prestare attenzione a tutti quei comportamenti disfunzionali per l’organismo. I principali segnali dell’anoressia sono:

  • Diminuzione o evitamento dei cibi grassi
  • Calcolo delle calorie dei cibi
  • Ossessione per la bilancia
  • Intolleranza al freddo
  • Assenza di mestruazioni
  • Secchezza della cute, tendenza ad un maggiore sviluppo di peluria e perdita dei capelli
  • Aumento sonnolenza e diminuzione della concentrazione
  • Stitichezza
  • Assunzione di farmaci, per esempio l’utilizzo dei lassativi per aumentare l’eliminazione del cibo dal proprio corpo
  • Aumento comportamenti isterici
  • Maggiore irritabilità
  • Isolamento sociale

L’anoressia e i rapporti sociali

Gli individui anoressici hanno difficoltà a relazionarsi con i proprio genitori o con il proprio partner perché faticano a esternare i loro sentimenti.

Molto spesso il livello comunicativo è ridotto al minimo sia perché si rivela una grande fonte di stress sia perché si ha timore di parlare della propria condizione. La scarsa soddisfazione che provano verso loro stessi e la paura di essere giudicati porta queste persone all’isolamento. In particolare modo le relazioni interpersonali sono ridotte a zero, sviluppano questa tendenza a trascurare le amicizie per riuscire a concentrarsi sul controllo del loro peso. Spesso rifiutano inviti a uscire per paura di perdere il controllo e assumere un numero di calorie esagerato.

L’anoressia porta inevitabilmente a una destabilizzazione di equilibri già esistenti.


Quando prendiamo in considerazione l’aspetto sociale dell’anoressia raramente vengono prese in
considerazione le ripercussioni inevitabili che questa condizione ha su genitori, familiari e amici della persona coinvolta. Infatti anche per loro è un percorso molto faticoso e doloroso, in quanto si sentono impotenti e inermi di fronte al problema. In modo particolare i genitori si interrogano sul perché il proprio figlio abbia sviluppato tale sofferenza e cercano in qualsiasi modo di riuscire ad aiutare senza però trovare gli strumenti adatti. Tutto ciò porta i familiari ad avere momenti di disperazione in cui temono per l’incolumità della persona a loro cara.

Storie di anoressia

Testimonianza di M.

M. è una ragazza di 23 anni, che nel periodo tra i 17 e 18 anni ha iniziato a combattere la sua
battaglia contro l’anoressia. Il suo disturbo nacque quando iniziò a pensare di non essere
abbastanza magra e abbastanza bella sviluppando gradualmente in lei questa forte voglia di
cambiare il suo aspetto esteriore. M. racconta che nel primo periodo seguiva delle diete di 1200
calorie al giorno accompagnate anche da molta attività fisica. Con il passare dei mesi però, M.
iniziò uno studio molto più approfondito di ogni minima caloria che si potesse trovare in un
alimento o in una bevanda, intensificando in maniera più rigida il controllo di ciò che assumeva.
Non soddisfatta e non riuscendo ad accettare ancora se stessa, M. iniziò a saltare alcuni pasti e a
diminuire drasticamente il suo apporto giornaliero di calorie fino ad arrivare a 800 calorie.

Nel giro di pochi mesi M. arrivò a perdere 13 kg, ma piano piano la malattia iniziò a impossessarsi di
lei e della sua vita. In questo periodo M. prediligeva cibi confezionati e surgelati così da riuscire a
calcolare le calorie in modo minuzioso. M. limitò al minimo le uscite con gli amici o con i familiari
per evitare di dover mangiare o bere qualcosa di cui non potesse conteggiare le calorie. Durante
questo periodo sviluppò un’ossessione per la bilancia, arrivando a pesarsi anche 4 volte al giorno.
M. era molta soddisfatta dei risultati ottenuti, si sentiva bene, ma tutto ciò portò a delle gravi
conseguenze. Iniziarono a emergere i primi problemi fisici come i continui svenimenti, gli stati
perenni di freddo, l’ aumento del sonno e della stanchezza. M. non ne parlò mai apertamente con
nessuno, non ammise agli altri di soffrire di anoressia sia perché le dava fastidio essere giudicata
per le scelte che prendeva sul suo corpo sia perché si sentiva bene con se stessa. A lei piaceva la
sua immagine allo specchio. Un giorno, M. si accorse di non essere più in grado di fare ciò che
amava capendo così di dover cambiare abitudini. Questo fu il primo tentativo di rialzarsi da sola,
provando gradualmente a mangiare qualcosa in più, ma dopo vani tentativi iniziò a camuffare il
senso di fame con la dipendenza da caffè, fumo e dall’utilizzo esagerato di lassativi. Fu in quel
momento, convinta e incoraggiata dalla famiglia, che decise di chiedere aiuto a un medico e
uno psicologo per provare ad affrontare questo percorso insieme. Questo periodo di rinascita fu
caratterizzato da momenti di crolli e di ricadute nelle vecchie abitudini ma nonostante ciò, poco
alla volta ,con le sue forze e col supporto dei suoi cari e degli specialisti, è riuscita ad uscire da questo tunnel buio. Oggi, a distanza di 6 anni, M. sta provando ad avere un buon rapporto sia con il cibo sia con il suo aspetto esteriore, non volendo più ricadere nei traumi del passato.

Testimonianza di un padre

Questa è la storia di un padre e di una famiglia che ha conosciuto gli effetti dell’anoressia nel
Febbraio del 2021, quando la figlia di soli 15 anni ha cominciato a manifestare apertamente il suo
malessere nei confronti del proprio aspetto fisico. Questo padre racconta di come l’anoressia abbia
preso il sopravvento delle loro vite poco alla volta, senza alcun avvertimento. Quando hanno
iniziato a capire che qualcosa non andava chiesero immediatamente l’aiuto di un nutrizionista e
di uno psicologo, due figure che ancora oggi la seguono e l’aiutano nel suo percorso di guarigione
dall’anoressia. Quando la figlia si ammalò di anoressia, tutta l’intera famiglia venne coinvolta
creando un malessere generale. Non esisteva più nulla, tutto ruotava intorno alla malattia.
Nonostante gli iniziali sforzi da parte loro, la figlia perse oltre 20 kg rifiutando ogni tipo di aiuto.

Il padre racconta di come questo periodo fu caratterizzato da condizioni di completo
disorientamento e incapacità di intervenire sia sul piano fisico sia su quello emotivo. Vi erano dei
momenti in cui si sentiva sopraffatto dalla malattia della figlia, provando odio verso ciò che stava
accandendo e soprattutto verso se stesso perché si sentiva impotente trovandosi ad affrontare una
situazione più grande di lui, senza poter risolverla in nessun modo. Si è ritrovato in questo loop
continuo di controllo della figlia in cui credeva di impazzire, pensava sempre al peggio, in uno stato di ansia continua. Questo lungo periodo di sofferenza fu costellato da continui sensi di colpa per non aver capito prima il problema, si pose innumerevoli domande “Sono io il problema? Lavoro troppo? Ho sbagliato qualcosa ?”. Si mise in discussione come genitore, pensò molte volte di avere fallito a livello educativo, a livello di figura genitoriale e ripercorse tutta la sua vita interrogandosi se ci fosse mai stato un comportamento, un’azione da parte della figlia che potesse aver fatto pensare al disturbo dell’anoressia.


Per dare un senso alla malattia arrivò fino al punto di incolparsi. La sua vita e quella della sua famiglia cambiarono drasticamente. Divenne impossibile andare tutti insieme a cena fuori, iniziarono i primi litigi e scontri che non facevano altro che innalzare il livello di tensione e paura nei confronti della figlia. Tra alti e bassi, dopo circa 8 mesi, grazie al continuo supporto di medici e psicologi, il padre racconta che la situazione è in continuo miglioramento. Sua figlia sta iniziando ad avere un rapporto più equilibrato con il cibo e lui sta iniziando a rivalutarsi.

Conclusioni

L’anoressia è un disturbo che non è facile da affrontare. È un percorso lungo e doloroso sia per la persona che ne soffre sia per i familiari. È molto importante rendersi conto in modo tempestivo dei vari segnali che portano allo sviluppo dell’anoressia ed è fondamentale chiedere aiuto a degli specialisti come medici, psicologi, psicoterapeuti e nutrizionisti per capire i problemi alla base di questo disturbo e per affrontarlo nel miglior modo possibile.

Nonostante l’anoressia sia un disturbo presente nella nostra società da molti secoli, ancora oggi si ha la concezione errata di ritenere che la persona che soffre di anoressia abbia dei problemi con il cibo quando in realtà, nonostante sia un pensiero fisso, è solo una conseguenza del disturbo stesso.

Abbiate il coraggio di chiedere aiuto, anche se il cervello vi inganna dicendovi che non andrete mai bene e che non sarete mai belle abbastanza.

La bellezza risiede nella diversità di ognuno di noi, ciascuno di noi è bello, speciale e unico a modo suo a prescindere dalla forma fisica con cui si presenta al mondo.

“Ogni giorno è una sfilata e il mondo è la tua passerella” Coco Chanel

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