“Intrappolamento in se stessi?” è un nuovo servizio di supporto psicologico gratuito attivato a Torino, pensato per affrontare il crescente fenomeno dell’isolamento sociale, in particolare tra i giovani. Il progetto si propone di offrire un primo punto di ascolto e orientamento per chi vive situazioni di disagio emotivo, difficoltà relazionali o sintomi riconducibili a condizioni come l’hikikomori.

Com’è nato il progetto?
A partire da settembre 2024, la città di Torino ha avviato una nuova iniziativa nel campo del benessere psicologico: “Intrappolamento in se stessi?”, un servizio di supporto gratuito rivolto a persone che vivono situazioni di isolamento, ritiro sociale, disagio emotivo o difficoltà relazionali. L’iniziativa è stata promossa dalla psicologa e psicoterapeuta Giovanna Galasso in collaborazione con il progetto Nove e ¾, attivo da anni nel campo della salute mentale.
Il titolo stesso del progetto richiama una sensazione sempre più diffusa, soprattutto tra i giovani: quella di sentirsi chiusi dentro una gabbia invisibile, incapaci di comunicare i propri vissuti o di cercare aiuto. In un periodo storico in cui le richieste di supporto psicologico sono in costante aumento, questa iniziativa si propone come una risposta concreta per coloro che, pur provando sofferenza, non sanno da dove iniziare.
L’obiettivo del progetto è duplice: da un lato fornire uno spazio di ascolto accessibile e immediato, e dall’altro orientare gli utenti verso percorsi psicologici o terapeutici più strutturati. Il servizio è pensato per essere inclusivo, ovvero aperto a tutte le fasce di età, ma con un’attenzione particolare rivolta agli adolescenti e giovani adulti.
Come funziona?
Il supporto è offerto attraverso uno sportello telefonico gratuito, attivo nei seguenti orari:
- Lunedì: dalle 9:30 alle 12:30
- Giovedì: dalle 15:00 alle 18:00
I numeri da contattare sono:
- 011-2486221
- 335-6865389
All’altro capo del telefono risponde un’equipe composta da educatori, psicologi e psicoterapeuti, pronti ad accogliere in modo empatico le richieste degli utenti. Non si tratta di un percorso terapeutico in senso stretto, ma di un primo contatto umano che può fare la differenza. Spesso, infatti, il passo più difficile è proprio quello iniziale: ammettere di avere bisogno e cercare qualcuno che ascolti senza giudicare.
Il servizio è pensato per chi sperimenta vissuti simili a quelli descritti nel fenomeno dell’hikikomori: isolamento, rinuncia alla vita sociale, ansia sociale, ritiro scolastico o lavorativo. Tuttavia, è aperto anche a chi attraversa difficoltà temporanee, come lutti, separazioni, o momenti di transizione complessi.

Collaborazioni
Il progetto si inserisce in un contesto più ampio di iniziative volte a contrastare il disagio psicologico e l’isolamento sociale a Torino. Tra queste, il Progetto Itaca Torino offre servizi di accoglienza, ascolto e orientamento per persone con sofferenza mentale e i loro familiari. Il servizio “Itaca Incontra” rappresenta un primo punto di contatto per chi cerca supporto in ambito di salute mentale.
Inoltre, il centro Aria della Città di Torino offre uno spazio gratuito di ascolto e consulenza per adolescenti e giovani dai 14 ai 28 anni, affrontando tematiche legate al benessere psicologico e relazionale.
Per il futuro?
“Intrappolamento in se stessi?” rappresenta un passo significativo nella promozione del benessere psicologico a livello locale. Offrendo un accesso immediato e gratuito a professionisti qualificati, il servizio mira a intercettare precocemente situazioni di disagio, prevenendo l’aggravarsi di condizioni psicologiche complesse.
L’auspicio è che iniziative come questa possano essere replicate e integrate in una rete più ampia di servizi di supporto psicologico, contribuendo a una cultura della salute mentale più inclusiva e accessibile.
Esempi concreti di supporto
Per comprendere meglio l’utilità del servizio, ecco alcuni esempi di situazioni in cui il supporto telefonico può essere determinante:
- Giulia, 17 anni, ha smesso di uscire di casa dopo un episodio di bullismo. Non riesce a parlare con i genitori e trova conforto nel primo colloquio telefonico, che le permette di esprimere il proprio dolore senza timore.
- Marco, 28 anni, vive un forte senso di fallimento dopo aver perso il lavoro. L’ansia lo blocca, ma il confronto con uno psicoterapeuta dello sportello gli consente di individuare nuove strategie.
- Sara, 40 anni, è madre di un ragazzo con tendenze di ritiro sociale. Attraverso il servizio, riceve indicazioni su come sostenere il figlio e accedere a percorsi di supporto familiare.
- Ahmed, 23 anni, è uno studente universitario fuori sede che si sente isolato. Il colloquio telefonico diventa l’occasione per sentirsi compreso e orientato verso il centro Aria.
- Lucia, 60 anni, ha perso recentemente il marito e sente un forte senso di solitudine. Parlando con un professionista trova ascolto e conforto, oltre a informazioni su gruppi di sostegno.

“Intrappolamento in se stessi?” rappresenta un esempio virtuoso di prevenzione, ascolto e intervento precoce nel campo della salute mentale. L’accesso facile e gratuito, l’accoglienza umana e l’orientamento a lungo termine ne fanno uno strumento prezioso, soprattutto in una fase storica in cui l’ansia, la depressione e il disagio sociale sono sempre più diffusi.
Il progetto testimonia l’importanza di creare spazi sicuri, in cui ogni persona possa essere ascoltata, senza stigma, giudizio o barriere economiche.