Come si sviluppa l’empatia nei bambini e come possiamo aiutarli a coltivarla

22 Luglio 2025

L’empatia è la capacità di comprendere e condividere le emozioni degli altri. Si tratta di una competenza relazionale fondamentale, che ci permette di costruire legami profondi, risolvere conflitti, prendersi cura degli altri e vivere in società. Ma l’empatia non è innata nel senso pieno del termine: nei bambini, si sviluppa gradualmente nel corso dell’infanzia, sostenuta da esperienze affettive, relazioni significative e modelli educativi coerenti.

Già nei primi mesi di vita, i neonati mostrano segnali rudimentali di empatia. Reagiscono al pianto di altri bambini, si mostrano turbati di fronte a un volto triste, cercano il contatto visivo per regolare le proprie emozioni. Ma in questa fase il bambino non distingue ancora sé dall’altro: si tratta di un “contagio emotivo”, non ancora di empatia nel senso più profondo del termine.

Solo nel tempo, con lo sviluppo della coscienza di sé e della teoria della mente (la capacità di comprendere che gli altri hanno pensieri e stati d’animo propri), il bambino può iniziare a provare empatia autentica. Questo avviene generalmente tra i due e i sei anni, ma il percorso continua anche dopo, con livelli sempre più sofisticati di comprensione emotiva.

Se da un lato esiste una base neurologica e temperamentale per lo sviluppo empatico, è ormai ampiamente riconosciuto che l’ambiente svolge un ruolo cruciale. Ciò significa che, come adulti significativi – genitori, insegnanti, educatori – possiamo fare molto per favorire e coltivare l’empatia nei bambini.

Ecco alcune strategie efficaci:

 

1. Riconoscere e nominare le emozioni

I bambini imparano a comprendere le emozioni attraverso il linguaggio. Dare un nome alle emozioni, sia proprie che altrui, li aiuta a sviluppare consapevolezza e capacità di riflessione. Dire frasi come:

“Sembri triste perché il tuo amico non voleva giocare con te.”

“Guarda la faccia di Luca: sembra arrabbiato. Chissà cosa gli sarà successo.”

aiuta il bambino ad associare situazioni, espressioni facciali e reazioni emotive. Questo tipo di dialogo è uno degli strumenti più efficaci per sviluppare empatia.

 

2. Validare i sentimenti, anche quelli difficili

Quando un bambino esprime emozioni forti (come rabbia, gelosia, tristezza), è importante non minimizzare o correggere subito, ma accogliere e validare. Dire “Capisco che sei arrabbiato, e va bene esserlo” non significa approvare comportamenti aggressivi, ma dare spazio all’esperienza emotiva. Solo così il bambino impara che le emozioni sono legittime, che possono essere regolate e che anche quelle degli altri meritano rispetto.

 

3. Dare l’esempio con comportamenti empatici

L’empatia si apprende prima di tutto per imitazione. I bambini osservano come gli adulti rispondono alle emozioni altrui: se vedono reazioni empatiche verso amici, sconosciuti o anche animali, tenderanno a interiorizzare questi modelli. Anche il modo in cui gestiamo i nostri conflitti con loro – ascoltando, spiegando, riparando – insegna molto più di mille lezioni teoriche.

 

4. Usare storie, libri e giochi di ruolo

Le storie sono uno strumento potentissimo per sviluppare l’empatia. Leggere libri in cui i personaggi affrontano sfide emotive permette ai bambini di esplorare situazioni nuove e immedesimarsi in prospettive diverse.

Anche il gioco simbolico (il “facciamo finta che…”) è un potente allenamento empatico. Recitare ruoli diversi aiuta a vedere il mondo da altre angolazioni, stimolando la comprensione emotiva.

 

5. Promuovere la gentilezza e il comportamento prosociale

Creare occasioni per aiutare, condividere o confortare favorisce la crescita empatica. Non serve aspettare grandi gesti: anche un semplice “Vuoi dare una mano al tuo compagno?” o “Andiamo insieme a consolare Marta, che è caduta” sono momenti preziosi. È importante non premiare questi gesti in modo materiale, ma rinforzarli con riconoscimento emotivo: “È stato molto bello da parte tua aiutare, ti sei accorto che ne aveva bisogno.”

 

6. Aiutare il bambino a riparare quando ferisce

Tutti i bambini, prima o poi, fanno qualcosa che fa stare male un altro: spingono, urlano, offendono. Questi momenti non vanno puniti con durezza, ma trasformati in occasioni di apprendimento. Dopo aver calmato il bambino, possiamo aiutarlo a riflettere: “Cosa ha provato il tuo amico quando gli hai detto così?”, “Come potresti rimediare?” Questo stimola il senso di responsabilità e costruisce empatia vera, non basata sul senso di colpa.

Empatia e autoregolazione: un legame fondamentale

Un bambino troppo sopraffatto dalla rabbia o dall’ansia, difficilmente riuscirà a sintonizzarsi con l’altro. Per questo è importante accompagnare i bambini anche nello sviluppo delle competenze di autoregolazione emotiva, attraverso tecniche come la respirazione, le routine calmanti, il gioco libero e la co-regolazione con l’adulto.

In conclusione, l’empatia nei bambini non è un dono che si possiede o meno, ma una capacità che cresce nel tempo, come un muscolo che si allena. Coltivarla significa creare le basi per adulti più consapevoli, relazioni più sane e comunità più coese. Ogni gesto quotidiano – una carezza, una storia, una domanda – può diventare un piccolo seme di empatia, destinato a dare frutti per tutta la vita.

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