Prima seduta dallo psicologo: cosa aspettarsi e come prepararsi

3 Novembre 2025

Decidere di iniziare un percorso con uno psicologo è spesso un atto di grande coraggio e consapevolezza. Tuttavia, non è raro che la prima seduta sia accompagnata da dubbi, ansie o timori. Molte persone si chiedono: “Cosa devo dire?”, “Verrò giudicato?”, “E se mi emoziono troppo?”. Questi pensieri sono del tutto normali e comprensibili, soprattutto quando si affronta qualcosa di nuovo e personale.

 

Il primo incontro con lo psicologo non è un esame, né un momento in cui si devono fornire risposte giuste o sbagliate. Al contrario, è un’occasione per esplorare ciò che sta accadendo nella propria vita in un ambiente protetto, accogliente e privo di giudizio. La relazione terapeutica si fonda sulla fiducia e sul rispetto reciproco: tutto ciò che viene detto resta riservato, nel pieno rispetto del codice deontologico e della privacy.

 

È importante sapere che non serve “prepararsi” in modo formale alla prima seduta. Non ci sono documenti da portare (a meno che non richiesti) né storie da costruire. Lo psicologo è lì per ascoltare e aiutare la persona a raccontarsi al proprio ritmo. Il semplice fatto di presentarsi e mettersi in gioco è già di per sé un grande passo verso il benessere psicologico. Ogni emozione vissuta — dalla vergogna alla paura, dall’imbarazzo alla commozione — viene accolta e valorizzata come parte del processo terapeutico.

Come si svolge la prima seduta: accoglienza, ascolto e obiettivi

Durante il primo incontro, lo psicologo ha l’obiettivo principale di conoscere la persona e di comprendere le motivazioni che l’hanno portata a chiedere aiuto. Non si tratta di una “seduta tipo”, perché ogni colloquio è unico, così come lo è ogni individuo. Tuttavia, esistono alcune fasi comuni che possono aiutare a orientarsi e a sentirsi più a proprio agio.

 

In genere, si parte con un momento di accoglienza in cui lo psicologo presenta se stesso, spiega le modalità del lavoro terapeutico e offre uno spazio per fare domande. Vengono chiariti aspetti importanti come la riservatezza, la durata delle sedute, la frequenza degli incontri e i costi. Tutto avviene in modo trasparente, per creare da subito un clima di fiducia e collaborazione.

 

Successivamente, la persona è invitata a raccontare ciò che sente come più urgente o significativo. Non c’è un modo giusto per iniziare: si può partire da un sintomo (come ansia, insonnia, tristezza), da un evento specifico (una separazione, un lutto, un conflitto), o anche solo da un senso generale di malessere. Lo psicologo ascolta attivamente, facendo domande che aiutano a comprendere meglio la situazione, ma sempre con delicatezza e attenzione. Il suo obiettivo non è giudicare, ma accogliere la storia dell’altro per iniziare insieme a costruire un percorso di cura.

 

Infine, la prima seduta può concludersi con una riflessione condivisa su quanto emerso e, se ci sono le condizioni, si possono iniziare a delineare alcuni obiettivi terapeutici. Non sempre si entra subito nel “vivo” del lavoro psicologico, ma si gettano le basi per una relazione terapeutica solida, che sarà il vero motore del cambiamento.

Dopo il primo incontro: cosa portarsi a casa e come continuare

Al termine della prima seduta, è normale sentirsi sollevati, confusi o anche emotivamente “scossi”. Parlare di sé, a volte per la prima volta, può essere intenso e toccante. Questo è un segnale positivo: significa che qualcosa si è messo in moto. È importante darsi il tempo per elaborare ciò che è stato detto e ascoltato, senza fretta o aspettative troppo rigide.

 

Molte persone si chiedono: “Devo continuare?”, “È lo psicologo giusto per me?”. Anche queste domande sono parte del processo. Il primo incontro serve proprio a capire se si può instaurare una buona alleanza terapeutica, cioè una connessione di fiducia e comprensione reciproca. Se qualcosa non convince, è sempre possibile parlarne apertamente o cercare un altro professionista. L’importante è non scoraggiarsi: trovare lo psicologo “giusto” è un processo, non un colpo di fortuna.

 

In caso si decida di proseguire, le sedute successive inizieranno a lavorare in modo più approfondito sugli aspetti emersi. Ogni percorso è diverso: può durare poche settimane o diversi mesi, a seconda della complessità del disagio e degli obiettivi condivisi. In ogni caso, è un cammino che viene costruito insieme, passo dopo passo, con il rispetto dei tempi e delle risorse della persona.

 

In conclusione, affrontare una prima seduta con lo psicologo è un gesto di cura verso se stessi. È l’inizio di un viaggio che, pur con le sue difficoltà, porta a una maggiore consapevolezza, libertà emotiva e capacità di affrontare la vita con più forza e serenità. Se senti che qualcosa dentro di te ha bisogno di essere ascoltato, non esitare: il primo passo, per quanto difficile, è spesso quello più importante.

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