Coltivare l’autostima

11 Settembre 2025

Autostima non significa credersi speciali a prescindere. È avere un giudizio realistico del proprio valore e dei propri limiti, e usare questo giudizio per agire meglio. La presunzione, al contrario, è un’opinione gonfiata su di sé che non tiene conto dei fatti. Spesso chi ha meno capacità tende a sopravvalutarsi di più: non perché sia cattivo, ma perché gli mancano i riferimenti per valutarsi con precisione. La soluzione non è ridurre il proprio potenziale, ma aumentare i dati su cui basare il giudizio.
Sperare è utile: ci attiva e ci motiva. Ma la speranza deve stare insieme alla verifica. Il modo sano di procedere è semplice: preparati al meglio, aspettati che possano arrivare difficoltà, e accogli l’esito con lucidità. Non è pessimismo, è gestione del rischio. Un esempio: se punti a chiudere un progetto in tre settimane, pianifica per due scenari. Scenario A (ottimistico): tutto va liscio. Scenario B (prudente): emergono intoppi; prevedi margini, supporti e alternative. Così mantieni l’ambizione senza farti sorprendere.

Conosci il tuo campo d’azione

Saper calibrare. Infatti “Mirare un po’ più in alto” è un buon trucco, ma solo “un po’”. Se il tuo obiettivo è correre 5 km, fissare 6 km può spingerti a migliorare; fissarne 20 ti farà fallire e perdere motivazione. Traduci questo principio in obiettivi concreti:
• Ambiziosi ma misurabili: cosa farai, entro quando, con quali criteri di successo.
• Scomponibili: quali sono i passi settimanali e giornalieri.
• Verificabili: come controllerai i progressi e correggerai la rotta.
Prima di iniziare un’impresa, rivedi l’idea che hai di te alla luce della realtà. Non si tratta di sminuirti, ma di calibrare. Tre strumenti aiutano:
• Valutazione di base: fotografa il punto di partenza. Esempio: prima di dire “so parlare in pubblico”, registra un discorso di 5 minuti, cronometra, valuta chiarezza, ritmo, riscontri di 3 persone affidabili.
• Piccoli esperimenti: invece di lanciarti in un progetto enorme, crea una versione ridotta (prototipo, bozza, test). Ti dà feedback rapido senza costi eccessivi.
• Dati e feedback: misura ciò che conta (tempi, qualità, risultati) e chiedi feedback a chi è competente e onesto. Accettalo senza difenderti: prendi appunti, fai domande, definisci un’azione concreta di miglioramento.
Il miglior “farmaco” contro l’autoinganno è la ragione, il dubbio, il senso critico, cioè la capacità di vedere le cose come sono e scegliere con criterio. Puoi allenarlo con abitudini semplici:
• Diario decisionale: per le scelte importanti, scrivi opzioni, pro e contro, ipotesi, rischi. Rileggi a distanza di tempo per capire dove valuti bene o male. Ti protegge dall’ottimismo irrealistico.
• Ritmo sostenibile: sonno, movimento, alimentazione. Una mente lucida nasce anche da un corpo curato.

Costruire autostima solida significa basarla su integrità, competenza e progressi visibili:
• Mantieni le promesse fatte a te stesso, anche se piccole. Se dici “studio 25 minuti”, fallo. È così che la mente impara a fidarsi di te.
• Allenamento deliberato: scegli una micro-abilità per volta, pratica con feedback, misura il miglioramento. Dieci sessioni così valgono più di cento ore casuali.
• Archivio dei progressi: tieni una lista di risultati, anche minimi. Serve nei giorni difficili per ricordarti fatti e non impressioni.
Conosci il tuo campo d’azione. Non per limitarti, ma per concentrare le energie dove hanno più impatto e per crescere con metodo:
• Mappa personale: incrocia punti di forza (ciò che ti riesce bene), interessi (ciò che ti appassiona), valori (ciò che reputi giusto) e bisogni del contesto (ciò che serve davvero). Dove si incontrano, lì hai leva.
• 80/20: individua il 20% di attività che genera l’80% dei risultati e proteggi quel tempo.
• Confini e margini: dire no a ciò che allontana dalla tua direzione è una forma di rispetto di te e degli altri.
• Aggiornamento continuo: la “sfera” non è fissa. Si amplia con nuove competenze, reti e sfide graduate. Rivedila ogni 3-6 mesi.
Gestire le delusioni è parte del gioco. La verità, quando smentisce le aspettative, non è un’umiliazione: è informazione preziosa. Trattala così:
• Chiediti: quali ipotesi si sono rivelate sbagliate? Quali segnali ho ignorato? Cosa posso cambiare già dalla prossima settimana?
• Mantieni la distinzione tra identità e risultato: hai sbagliato qualcosa, non sei “uno sbaglio”.
• Trasforma l’esito in protocollo: una lezione chiara, un’azione concreta, una data per rieseguire il tentativo.
La vita ha valore perché è limitata. Questo rende serio il modo in cui spendi il tempo e l’attenzione. Alcune scelte pratiche:
• Presenza: quando lavori, lavora; quando stacchi, stacca. Evita il multitasking costante: riduce qualità e soddisfazione.
• Relazioni: cura poche relazioni significative con continuità. Affidabilità, ascolto, aiuto reciproco.
• Contributo: chiediti dove puoi creare un beneficio reale per qualcuno oggi. La stima di sé cresce quando vedi l’impatto concreto delle tue azioni.
• Revisione periodica: ogni settimana, 20 minuti per rivedere obiettivi, progressi, blocchi e priorità.
Una breve checklist quotidiana può aiutare:
• 1 obiettivo chiaro per oggi (ambizioso quanto basta, fattibile entro la giornata).
• 1 azione che ti avvicina a una competenza chiave.
• 1 richiesta di feedback o una misura oggettiva del lavoro.
• 1 gesto di cura per una relazione.
• 1 nota sul diario: cosa ha funzionato, cosa migliorare, prossimo passo.


Quindi punta in alto, ma calibra, osserva e agisci con i fatti. Spera e, insieme, prepara alternative. Correggi la tua immagine di te con dati e feedback. Coltiva il senno con abitudini semplici. Scegli il campo in cui puoi dare il meglio e allargalo con costanza. Così l’autostima smette di essere fragile e diventa affidabile: non dipende dai colpi di fortuna, ma dalla coerenza tra ciò che dici, ciò che fai e ciò che impari ogni giorno. La vita merita questa serietà: non per appesantirla, ma per renderla piena.

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